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Partite IVA: scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate sulle fatture con l’AI

09/05/2025

Un cambio di prospettiva nei controlli fiscali

Non si tratta solo di un’intensificazione delle verifiche, ma di un cambio di metodo. L’Amministrazione Finanziaria ora analizza non soltanto l’importo o il soggetto emittente, ma anche — e soprattutto — la descrizione testuale dei beni e servizi acquistati. Un elemento che fino a oggi era spesso considerato secondario, ma che ora può diventare determinante per valutare l’inerenza della spesa rispetto all’attività svolta.

Per gli agenti di commercio, che spesso sostengono spese legate a rappresentanza, viaggi, carburante, vitto o alloggi, è fondamentale che ogni acquisto sia descritto in modo puntuale e giustificato in relazione alla propria attività.
Come funziona il nuovo sistema di controllo

Grazie all’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale e sistemi di analisi dati, le fatture elettroniche vengono ora analizzate in modo automatizzato, diffuso e tempestivo. L’obiettivo è intercettare incongruenze tra il codice Ateco dell’attività e la natura dell’acquisto dichiarato.

Esempio pratico: se un agente di commercio registra come deducibile l’acquisto di un bene non strettamente collegabile alla propria attività — come un abbonamento a una palestra o articoli di lusso — senza fornire una giustificazione documentata, la spesa potrebbe essere considerata non inerente e quindi non deducibile.
Il principio di inerenza e le sue implicazioni

Alla base di questo nuovo orientamento c’è il principio di inerenza fiscale, sancito dall’art. 109 del TUIR, secondo cui un costo è deducibile solo se strettamente correlato all’attività professionale. Con l’uso della tecnologia, questo principio viene oggi applicato fin dalla fase preliminare di controllo, rendendo le verifiche più oggettive e immediate.

Per gli agenti, ciò significa che le spese, anche se usuali (come pernottamenti, pasti o spese per il mezzo di trasporto), devono essere accompagnate da descrizioni precise e da documentazione che ne dimostri la coerenza con l’attività di intermediazione commerciale.
I contribuenti maggiormente coinvolti

Questa nuova modalità di controllo riguarda soprattutto le microimprese, i professionisti e i lavoratori autonomi — categorie in cui rientrano a pieno titolo gli agenti di commercio. In molti casi, infatti, questi soggetti gestiscono la propria contabilità con strumenti semplificati e senza il supporto continuativo di un consulente fiscale.
Rischi e sanzioni

Le principali conseguenze in caso di spese non ritenute inerenti possono essere:

Indetraibilità dell’IVA sulle fatture contestate
Indeducibilità del costo ai fini delle imposte dirette
Sanzioni amministrative, comprese tra il 90% e il 180% dell’imposta dovuta
Possibili accertamenti di tipo induttivo o richieste di documentazione aggiuntiva

Cosa possono fare gli agenti per prevenire contestazioni

Per ridurre il rischio di rilievi fiscali, gli agenti di commercio sono invitati ad adottare alcune buone pratiche:

Separare con chiarezza le spese personali da quelle professionali, evitando usi promiscui dei beni
Descrivere in modo puntuale ogni fattura, specificando l’utilizzo del bene o servizio in relazione all’attività svolta
Evitare descrizioni generiche, come “servizi vari” o “spese promozionali”, prive di un chiaro riferimento operativo
Conservare documentazione di supporto (e-mail, contratti, ordini, report) che possa giustificare la spesa
Verificare il codice Ateco e aggiornarlo in caso di ampliamento dell’attività, così da allinearlo alla realtà operativa

Una corretta fatturazione è uno strumento di tutela

In questo nuovo scenario, la fatturazione non è più solo un adempimento formale, ma uno strumento di trasparenza e tutela. Una corretta descrizione delle operazioni svolte consente all’agente di commercio di dimostrare la piena coerenza tra le spese sostenute e l’attività esercitata, riducendo il rischio di contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.